L’archeodromo di Poggibonsi premiato al concorso Art Bonus
Corriere Fiorentino - Corriere della Sera
Con 505 preferenze ha superato tutti gli altri progetti in concorso. L’archeodromo di Poggibonsi (Siena) si è aggiudicato la prima edizione del premio “Art Bonus dell’anno”, organizzato dal Mibact. In gara oltre 80 siti di interesse culturale, ma il museo open air dedicato all’Alto Medio Evo, inaugurato nell’ottobre 2014, è risultato il più votato. Una conferma della bontà del lavoro fatto dagli archeologi dell’Università di Siena, che con passione e dedizione hanno trasformato un’area di scavo in una fedele ricostruzione, a grandezza reale, di una comunità del IX-X secolo. Rendendola poi fruibile al pubblico per una nuova forma di apprendimento.
Più di 1800 visitatori nel 2016
L’opera nel 2016 è stata visitata da 1800 studenti, che oltre a osservare da vicino gli spazi abitativi dell’epoca, hanno potuto toccare con mano anche alcune fasi della quotidianità del tempo. Nell’archeodromo sono stati ricavati degli angoli dedicati agli antichi lavori manuali, portati avanti dagli stessi operatori della struttura. Un metodo divulgativo a 360°, che punta sull’innovazione e sulla capacità di sorprendere. «Ho fatto un viaggio nel tempo – ha affermato il sottosegretario Antimo Cesaro – Il progetto è stato premiato, perché rappresenta l’innovazione. Abbiamo un grande patrimonio. Nell’approfondirlo, c’è anche bisogno di divertirsi». Per partecipare al concorso, la raccolta fondi doveva essere completata entro il 25 agosto scorso e la somma ottenuta impiegata per un miglioramento visibile. A Poggibonsi, con gli 8 mila euro donati dalla Edil Co, in qualità di mecenate, è stato restaurato il tetto della casa padronale. Un tassello importante nel working in progress del progetto, che prevede in futuro un ingrandimento del sito. A testimonianza della centralità che riveste nella promozione turistica e culturale della zona. «Si sta sviluppando da parte di tutti i cittadini poggibonsesi, un sano senso di identità e di appartenenza, un orgoglio, che li unisce tutti – ha sottolineato Marco Valenti, direttore dell’archeodromo —In questi termini, senza saperlo, si stanno inserendo in pieno nei valori che la Convenzione di Faro (basata sulla trasmissione del patrimonio culturale come eredità, ndr) mette al centro».