La longhouse (capanna C03)

La ricostruzione della longhouse ha impegnato circa 3 mesi a partire dal 1 luglio 2014.

La struttura, al momento dello scavo, si presentava in buono stato di conservazione permettendo una lettura interpretativa abbastanza dettagliata per planimetria e articolazione. Era un grande edificio a forma di barca a due navate – tipo così definito dalla letteratura specialistica – accuratamente pianificato, con un lato quasi seminterrato per livellare e dimensioni di circa 16 x 8,5 m.

La casa di Johannes (capanna C32)

Capanna di forma rettangolare ad uso misto, ovvero che svolge sia una funzione abitativa, sia artigianale. Dallo scavo del focolare interno, collocato al centro della struttura, sono stati rinvenuti resti vitrei e distanziatori ceramici; indizi che lasciano intendere un suo utilizzo a carattere produttivo/artigianale.

Poco distante da questa struttura è stata riconosciuta una piccola fornace per ceramica, che parzialmente riutilizza un pozzetto tardoantico in muratura.

La casa di Garipaldo (capanna C39)

La struttura in legno e terra C39 si colloca di fronte alla capanna del falegname Johannes, al lato del granaio e chiude a sud-est la corte che affianca la longhouse.

La planimetria è quasi certamente rettangolare, ma lo scavo non ha permesso di stabilire con certezza le dimensioni della struttura.

Anche il dettaglio della struttura portante, chiaramente in armatura di pali, è interpretabile solamente in via ipotetica.

La casa di Ermentrude (capanna C01)

La capanna C01 è una struttura abitativa con una forma elittica su un lato, caratterizzata da una particolare tecnica costruttiva; lo scavo ha infatti permesso di riconoscere una canaletta che fungeva da trincea per fondare gli elevati.

All'interno la capanna era divisa in due navate, era presente un focolare interno alla struttura e all'esterno c'era un'area ortiva chiusa da una recinzione.

Nell'archeodromo la capanna è abitata da Ermentrude, sposata con il contadino Bodo e madre di Wido e Gerberto.

Il granaio (capanna C12)

L'annesso funzionale è un magazzino-granaio, di forma rettangolare, collocato vicino alla grande capanna dominica.

Ricorda una palafitta con un pavimento sopraelevato dal terreno per proteggere le scorte di cereali dall'umidità. L'ingresso è posto lungo il lato nord a cui si accede tramite una scala di legno.

Oltre che nel sito di Poggibonsi, un granaio simile e con cronologia affine è stato scavato a Montarrenti, anch'esso sopraelevato, ma con una grandezza superiore.
Altri confronti per il granaio provengono poi da contesti francesi di villaggi di età carolingia.

Il forno da pane

La struttura del forno da pane non è attestata nello scavo archeologico di Poggibonsi.

L'orto di Gottfried

L’orto di Gottfried nasce nel 2019 come progetto di ricerca per la tesi di laurea Magistrale di Matteo Trivella (Relatore Prof. Marco Valenti). È una zona ortiva sperimentale in cui vengono coltivati ortaggi ed erbe descritti dalle fonti del periodo altomedievale.

L’orto sperimentale si estende su una superficie totale di circa 50 mq ed è composto da ventisette aiuole quadrangolari, cinque aree per la coltivazione in piano e cinque aiuole circolari esterne.

Il pollaio

Gli scavi archeologici hanno permesso di individuare una struttura interpretata come pollaio; sono state recuperate molte ossa di animali da cortile, soprattutto nella longhouse e quindi è assolutamente plausibile che ci fosse un edificio simile nel villaggio carolingio.

La ricostruzione dell'archeodromo di Poggibonsi è basata sul confronto coevo del pollaio del monastero carolingio di Campus Galli, caratterizzata da una struttura sopraelevata "a palafitta".

La forgia

Lo scavo archeologico ha permesso di individuare una struttura, interpretata come forgia e localizzata non distante dalla longhouse. Questa era coperta da una tettoia e forse definita da muretti che ne delimitavano lo spazio.

La forgia aveva una cappa in pietre e laterizi impastati con argilla; subito all'esterno della struttura sono state trovate scorie e molti chiodi da ferratura. Non è un caso che proprio nel periodo carolingio a Poggibonsi si assista ad una crescita delle restituzioni metalliche.