La struttura del forno da pane non è attestata nello scavo archeologico di Poggibonsi.

Abbiamo però deciso di realizzarla perché di grande aiuto nelle occasioni didattiche e durante quelle di tipo più conviviale; inoltre ci permette di mostrare la differenza tra due tipologie diverse nell'azione di cuocere pane o suoi derivati; infatti vicino al forno in questione si è scelto di realizzare uno dei tanti focolari a terra esterni alle capanne individuati nell'intervento archeologico e destinarlo alla cottura nei testi, una forma ceramica presente in abbondanza in ognuno degli edifici scavati.

Per realizzarlo la decisione è caduta sull’approfondire la bibliografia archeologica esistente in ambito di scavo dei villaggi di periodo merovingio e carolingio.
I forni sono installati all’aperto, in gran parte scavati nel terreno; la camera di cottura, circolare o ovale, è separata dal camino vero e proprio, posto in una fossa anteriore più o meno sviluppata. Potevano essere utilizzati oltretutto per la cottura di altri alimenti e per altri lavori come l’essiccazione quando il calore diminuiva.

L’archeologia sperimentale ha dimostrato l’efficienza e come soddisfano completamente la loro funzione radiante.

Un po' di numeri: 
  • La base su cui appoggia il forno

    larghezza: 1,5 x 1,5 metri - altezza: 90 cm

  • La struttura a calotta

    ramoscelli di orniello rivestiti con corteccia di castagno

  • Il rivestimento in terra

    125 Kg di terra e 30 litri di acqua

  • La camera di cottura

    1,25 mq, diametro 80 cm, circonferenza 2,5 metri

  • Il tempo di riscaldamento

    circa 50 minuti per raggiungere 450 gradi